Indice dei contenuti - Table of Contents
Identità Ascensionale
Il percorso progressivo ascensionale (periodo che va dalla Risurrezione all’Ascensione) costituisce la vita del religioso vocazionista. Don Giustino al riguardo ha lasciato ai suoi religiosi un vero capolavoro di formazione. Insuperabile, a tutt’oggi, per la vera identità vocazionista…
“Il Vocazionista è uno la cui missione specifica è la ricerca e formazione delle vocazioni alla vita consacrata e al sacerdozio, soprattutto tra i meno agiati. Nel vivere questo spirito vocazionista, noi abbiamo la missione speciale di vivere ogni momento della nostra vita alla presenza costante di Dio elevando sempre i nostri cuori a Lui in un continuo viaggio ascensionale. Il Vocazionista è chiamato non solo a santificare se stesso ma a santificare il mondo intero e inondarlo di un diluvio di santi e di opere sante. In altre parole, il Vocazionista volontariamente e liberamente decide di abbracciare in maniera eroica la sequela di Cristo, vivendo in modo eroico i consigli evangelici, teso al fine della Divina Unione in Cristo. Il termine “Ascensione”, molto caro a don Giustino, ha proprio per questo un posto speciale nell’identità Vocazionista”.[29]
Identità del servizio e l’atteggiamento “dei servi dei santi”
Il carisma di Don Giustino e della sua famiglia religiosa è il servizio di tutte le vocazioni. Quando don Giustino iniziò ufficialmente il suo servizio di parroco della parrocchia di San Giorgio a Pianura, scelse come tema del suo discorso programmatico la parola evangelica: “il figlio dell’uomo è venuto non per essere servito ma per servire e dare la sua vita per la salvezza di molti”.[30] Il primo nome che egli voleva per i suoi religiosi era “servi dei santi”. Nell’ “Ascensione” don Giustino descrive la natura, il compito e funzione del servizio dei servi ed egli specifica chi sono i “santi” a cui bisogna prestare servizio: “il servo dei santi, in tutta la sua azione nella Chiesa, sta essenzialmente al servizio spirituale dei sacri pastori di anime, dei vari istituti religiosi, e di tutto il popolo fedele, poiché questi sono i santi del Signore, nella Chiesa militante”[31]. La vera identità vocazionista richiede mettersi al servizio del papa, i vescovi, il clero secolare, il clero regolare e il popolo di Dio.
Sacramentalizzazione di ogni creatura e cosa: Identità sacramentale

Don Giustino ha sentito nel cuore e ha sempre inculcato ai suoi di sacramentalizzare ogni creatura e cosa: tutto cioè deve essere segno dell’azione e dell’amore di Dio nel mondo e nell’anima. Nelle Costituzioni del 1948, 2,16, titolato “Esercizio della Divina Presenza”, il Beato scrive “Apprenda e eserciti ogni religioso l’elevarsi al Signore nel mondo soprannaturale da ogni evento, da ogni creatura e da ogni azione del mondo naturale, col pio simbolismo e con l’invocazione frequente dei Nomi Santi e Divini, e col piccolo segno di Croce fatto in segreto, quasi sacramentalizzando ogni cosa, come in una liturgia universale.”[32]
Conclusione
Come ogni essere, sia del mondo inanimato che animato, e specialmente l’uomo, porta dentro di sé il “patrimonio” esistenziale da cui proviene e il “progetto” a cui tende il proprio essere ed esserci, così il religioso e la religiosa vocazionista deve fare suo il “patrimonio” e il “progetto” che il Signore ha donato e ispirato al suo Fondatore. Le implicazioni pratiche, le opere concrete, i diversi modi di vivere l’identità vocazionista nei diversi campi e tempi storici non possono e non devono prescindere dal patrimonio e dal progetto carismatico del Fondatore.
Certo, come è evidente, il carisma troverà sempre nuove strade, sotto la guida dello Spirito, perché in ogni tempo e in ogni circostanza conservi la sua vitalità ed attualità. E le nostre due Congregazioni, nei cento anni di vita (se si fa partire la Fondazione idealmente dal 1920) o quasi (se si fa partire la Fondazione dalla prima approvazione canonica del 1927) ha già avuto modo di sperimentare tante e sempre nuove forme di attualizzazione della identità carismatica. E così, per esempio, gia al tempo del Fondatore, per esigenze post-belliche, il carisma si aprì ai collegi per gli orfani, ma sempre visti e voluti, almeno da Lui, come veri vocazionari della santità laicale. E così anche negli anni 60-70, ci siamo aperti alle case di accoglienza per anziani, come anche oggi la Famiglia vocazionista esplica la
sua identità in opere rette da nostri religiosi, come case di ritiro, oasi di spiritualità, forme nuove di evangelizzazione (vedi le diverse ramificazioni…), fermo restante che l’identità vocazionista non potrà mai fare a meno del lavoro incessante per la santificazione Universale in vista dell’Unione Divina, specialmente attraverso la vita liturgica e sacramentale, per la quale, come direbbe ancora oggi don Giustino, servono preti santi….suore sante….
[1] Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, Istruzione, 8 dicembre 1998, n. 7.1.
[2] Sacra Congregazione per i Religiosi e gli Istituti secolari, 14 maggio 1978.
[3] ORESTE ANELLA (a cura di), Evangelizzare l’Unione Divina, p. 56
[4] XV CAPITOLO GENERALE DELLA SDV, Prima Commissione Precapitolare, “LO SPIRITO GIUSTINIANO vissuto nel nostro carisma, nella spiritualità, nella vita comunitaria, nelle missioni, nella pastorale.”
[5] Giustino Russolillo, Agenda II, pagg.173-181, Archivio Postulazione Generale, Roma.
[6] Salvatore Russolillo, Lo Spirito e Carisma di Don Giustino, Centro studi vocazionisti, p.60, Napoli.
[7] Giustino Russolillo, Epistolario inedito, (10-08-1918), Archivio Postulazione Generale, Roma.
[8] Giustino Russolillo, Epistolario inedito, (14-09-1944).
[9] Giustino Russolillo, Epistolario inedito, Lettera rivolta a suor Maria Clara.
[10] Salvatore Russolillo, Lo Spirito e Carisma di Don Giustino, p.67.
[11] IDEM, p.68.
[12] Giustino Russolillo, Epistolario inedito.
[13] IDEM
[14] XV CAPITOLO GENERALE DELLA SDV, Terza Commissione Precapitolare, “IDENTITÁ E APPARTENENZA DEL VOCAZIONISTA: dallo spirito “giustiniano” alle sfide del nostro tempo.”
[15] Rm 10,17
[16] XV CAPITOLO GENERALE DELLA SDV, Prima Commissione Precapitolare, “LO SPIRITO GIUSTINIANO vissuto nel nostro carisma, nella spiritualità, nella vita comunitaria, nelle missioni, nella pastorale.”
[17] Giustino Russolillo, Comunicatevi Tra Voi Queste Mie…Lettere Scelte, Edizioni Vocazioniste, p. 42, Napoli.
[18] Giustino Russolillo, Opera Vol.6, Ministero della Parola, Edizioni Vocazioniste, p. 219, Napoli.
[19] Giustino Russolillo, Comunicatevi Tra Voi Queste Mie…Lettere Scelte, Edizioni Vocazioniste, p. 90, Napoli.
[20] IDEM, p.89.
[21] Giustino Russolillo, Comunicatevi Tra Voi Queste Mie…Lettere Scelte, p.168.
[22] IDEM p.47.
[23] IDEM p.105.
[24] Regole e Costituzioni, libro I, capitolo 89, art. 971.
[25] IDEM, art. 972.
[26] Mt 28,19-20.
[27] Costituzione della SDV, art.21.
[28] Giustino Russolillo, Ascensione, p.363.
[29] XV CAPITOLO GENERALE DELLA SDV, Terza Commissione Precapitolare, “IDENTITÁ E APPARTENENZA DEL VOCAZIONISTA: dallo spirito “giustiniano” alle sfide del nostro tempo.”
[30] Mc. 10:44
[31] Giustino Russolillo, Ascensione, p.359.
[32] Costituzioni del 1948, al n° 16
Views: 833709