In questi ultimi sei anni sono stati esaminati alcuni casi di presunti miracoli, attribuiti all’intercessione del Beato don Giustino Russolillo. Tra questi, ha suscitato una particolare meraviglia la “straordinaria” risoluzione di un evento clinico ad alto rischio, riguardante il religioso vocazionista Jean Emile Rasolofo, nato in Madagascar il 2 Febbraio 1984.
Jean Emile fu ricoverato d’urgenza nell’ospedale di Pozzuoli (Napoli) il 16 Aprile 2016 con diagnosi di:”Episodio di coma verosimilmente secondario ad episodio convulsivo protratto; complicato da severa rabdomiolisi (trattato con ventilazione assistita). Ipertensione arteriosa, protrusione vescicale di nnd da valutare con esame cistoscopico” (Cfr. Cartella Clinica, p. 190). Il caso clinico, come a suo tempo riferivano i medici dell’Ospedale a diversi religiosi, preoccupati per la sopravvivenza del giovane confratello, si presentò “dal primo contatto di elevata gravità”, per cui furono indette, in tutta la Congregazione, novene di preghiera, affidando la sua guarigione all’intercessione del Beato don Giustino. “I medici espressero subito prognosi infausta per la vita del paziente. Infatti la letteratura medica riferisce che i decessi sono al 90% per i casi con livello di coma GCS=3”. Gli illustri professionisti erano, altresì certi, dato il lungo tempo passato senza assistenza medica nel proprio domicilio, che la prognosi “quoad valetudinem” di Jean Emile avrebbe dato luogo ad esiti invalidanti.
Il cardiologo Nicola Moio riferisce “che le condizioni cliniche dell’infermo rimasero stazionarie nella loro gravità fino al 21 Aprile 2016, quando, alle ore nove, -in modo inaspettato – il paziente apre gli occhi alla stimolazione ed esegue ordini semplici, mobilità e sensibilità ai quattro arti, parametri vitali nella norma; si sospende la sedazione e si estuba Jean Emile, che appare vigile, collaborante ed esegue ordini semplici”. Ben presto si mette a servire gli altri infermi.
In quello stesso giorno, 21 Aprile 2016, i fedeli della parrocchia S. Maria in Quarto (Napoli), residenza religiosa del paziente, erano stati convocati per una solenne celebrazione eucaristica allo scopo di chiedere al Signore la guarigione di Jean Emile per l’intercessione di Don Giustino. L’Eucaristia iniziò alle ore 8, 45. Poco prima della Messa, alcune signore sistemarono in modo decoroso, sicuro e ben fermo, alla destra dell’altare, un quadro del Beato don Giustino.
Diversi fedeli raccontano che alle 9,15, nel momento della consacrazione, il quadro del Beato si sarebbe sollevato per poi dolcemente planare ai piedi dell’altare.
Qualcuno voleva gridare al grande segno venuto dall’alto. L’emozione del momento, carica di un certo presentimento di una grazia ricevuta, non tardò a trasformarsi in ringraziamento a Dio che aveva ascoltato i suoi fedeli per l’intercessione di don Giustino, quando si venne a sapere che alle ore nove dello stesso giorno il giovane Jean Emile era uscito dal coma con il recupero immediato della funzionalità degli organi vitali e motori.
Il giudizio conclusivo dei medici: La guarigione di Jean Emile è inspiegabile scientificamente perché ” non appare spiegabile dai dati clinici il passaggio da coma con necessità di ventilazione assistita allo stato di coscienza senza alcuna fase intermedia e senza esiti invalidanti. La terapia utilizzata per un caso che offriva poche o nulle speranze di esito positivo è stata la migliore terapia possibile. Essa, quando efficace, riesce ad apportare miglioramenti graduali nel tempo, e non repentini come si è verificato nel caso in questione”. Ora è in corso l’Inchiesta Diocesana sul presunto miracolo presso la Curia vescovile di Pozzuoli (Napoli). Ci auguriamo che la documentazione prodotta, nella Chiesa puteolana, possa essere consegnata al più presto alla Congregazione delle Cause dei Santi per l’esame definitivo, prima dell’eventuale riconoscimento del miracolo da parte del Santo Padre.
Sac. Giacomo Capraro, Postulatore
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